Ci sono 5 novità che sono già in vigore e che riguardano Tari e IMU. In prospettiva futura, si prevedono anche delle riforme.
IMU e Tari in procinto di essere modificate in base a quanto stabilito dalla Manovra Finanziaria 2023. Per l’IMU, se il Comune non delibera e pubblica le aliquote di calcolo proprie entro il 14 ottobre, il relativo calcolo va fatto su quelle minime che la legge stabilisce.
Poi ci sono le nuove esenzioni per il 2023. Nel caso in cui una casa viene occupata abusivamente, il suo proprietario è esentato dal pagamento della tassa, a patto che presenti la denuncia sull’occupazione abusiva alle autorità giudiziarie.
IMU e Tari, le novità in vigore
Esentati dal pagamento IMU 2023 tutti gli immobili dei territori terremotati del 2012 (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) del 2016, come Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio.
Per quanto riguarda la Tari, va pagata se si vive in una casa suscettibile alla produzione di rifiuti, sia per i proprietari che per inquilini, comodatari, usufruttari, ecc.
Per andare incontro ai cittadini economicamente svantaggiati, l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) rateizzerà maggiormente i pagamenti dell’imposta con importi minimi di 100 euro nel caso in cui le rate sono oltre il 30% del valore medio dell’ultimo biennio.
Inoltre, oltre alla rateizzazione dei pagamenti Tari, questi cittadini potranno anche usufruire del bonus sociale rilasciato dai Comuni per i settori gas, elettrico e idrico.
Sempre per la Tari sono previste agevolazioni nel caso in cui il servizio che gestisce i rifiuti non viene svolto oppure viene sospeso per impedimenti organizzativi o per motivi sindacali, oppure viene svolto in aperta violazione della disciplina in materia.
Le riforme che arriveranno
La tanto attesa riforma fiscale non dovrebbe apportare modifiche sostanziali a IMU e Tari. Facendo però fede alle ultime modifiche che il Governo sta vagliando, con la possibile attuazione del federalismo fiscale, a cui si unisce la facilitazione degli adempimenti tributari, le Regioni potrebbero varare leggi per le sanatorie e l’accertamento esecutivo.
In pratica, le Regioni possono trasformare i tributi istituiti tramite una legge statale in tributi regionali.
In questo modo, gli enti locali saranno finanziariamente più autonomi e potranno gestire liberamente le proprie imposte e finanze decidendo l’ammontare delle imposte locali, partendo proprio dall’IMU, che si trasformerebbe in imposta regionale.
Niente di nuovo, invece, all’orizzonte per la riforma del catasto, nonostante il Governo Draghi aveva avviato i lavori in tal senso.
Il motivo è che tale riforma non viene considerata urgente, così come quella per Tari e IMU, anche se ci sono delle sentenze recenti che potrebbero essere considerate, tipo quella inerente al pagamento proporzionale della tassa sui rifiuti rispetto a quanto ne vengono effettivamente prodotti.
In pratica, questa sentenza recente ha stabilito che un Comune non può far pagare la stessa quota di Tari a non residenti, con il calcolo della Tari da pagare che andrebbe fatto in modo proporzionale alla produzione dei rifiuti.