Cos’è la tassa di soggiorno, dove si paga e le categorie che sono esentate dal pagamento dell’imposta. Tutte le informazioni utili.
Le tasse di soggiorno sono solitamente riscosse indirettamente attraverso i fornitori di alloggi o le società di vacanza e, generalmente, destinate ai visitatori che pernottano. Diverse sono le città europee che prevedono il pagamento di una imposta di soggiorno, tra le quali possiamo citare Venezia, Amsterdam ed Edimburgo – tra le altre.
In teoria, con queste imposte si punta a raccogliere fondi utili per contrastare alcuni degli effetti negativi causati da elevati volumi di turismo e renderlo, di conseguenza, più sostenibile.
Che cos’è la tassa di soggiorno
L’imposta di soggiorno (comunemente chiamata anche tassa di soggiorno) è una tassa pagata dai viaggiatori quando soggiornano in hotel, resort, B&B, ostelli, case vacanze o altri tipi di alloggio presenti in molte città europee. È un mezzo mediante il quale si sostengono le infrastrutture locali e si migliora il settore del turismo.
La tassa di soggiorno non è inclusa nella tariffa della camera e viene solitamente pagata al momento del check out. L’importo dipende dal tipo di alloggio, dalla sua ubicazione e dalla stagione.
A seconda delle normative cittadine, l’importo della tassa di soggiorno può essere una percentuale della tariffa della camera o una tariffa fissa (applicata per persona per notte).
A quanto ammonta l’imposta
Talvolta la tariffa fissa dipende anche dalla tipologia di camera. A Parigi, ad esempio, la tassa di soggiorno varia da 0,25€ (campeggi 1 e 2 stelle) a 5€ (per le strutture di lusso).
A Manchester, gli ospiti che pernottano pagano £ 1 a notte per camera. Ad Amsterdam è il 7% del prezzo della camera più 3€ a persona per notte.
Le categorie esentate
Esonerati da tale tassa, tuttavia, sono i bambini (la cui età può variare in base alle disposizioni), persone con disabilità, autisti di autobus, guide turistiche e altre specifiche categorie.
A queste, infatti, si affiancano anche gli accompagnatori delle persone portatrici di handicap, le forze armate, i residenti che pernottano nel loro Comune di appartenenza, ma che chi prenota una camera negli ostelli della gioventù.
L’imposta tiene sotto controllo il turismo massivo?
La risposta breve è no, non senza affrontare il problema fondamentale, che è quello della sostenibilità. La pianificazione turistica deve tenere conto sia degli aspetti negativi di un numero maggiore di visitatori sia di quelli positivi, e accettare il fatto che “di più” non sempre significa “meglio”.
Quindi, se le tasse di soggiorno non sono la risposta all’overtourism, quale può esserlo? Non esiste una bacchetta magica. Dobbiamo, infatti, concentrarci sulla pianificazione e gestione responsabile del turismo.
Si può fare ciò, identificando il tipo di turista più adatto a una destinazione piuttosto che cercare di attirare tutti indiscriminatamente; gestione efficace dei visitatori, ad esempio con la prenotazione anticipata dei biglietti e diversificare il turismo per alleviare il peso che ricade sulle destinazioni troppo popolari.