Job Hopping, fare carriera saltando da un’occupazione all’altra

Una delle tendenze comuni tra i Millennial è di sicuro il Job Hopping, una pratica che potrebbe essere molto grave per la società che si occupa di gestire i talenti. Nonostante ciò, potrebbero esserci anche numerosi vantaggi.

Job hopping
Job hopping- Oipamagazine.it

Tutti gli uomini e le donne nate tra il 1980 e la metà degli anni 90, oggi costituiscono gran parte della forza lavoro sia in Italia che in tutto il mondo. Sono proprio loro a dare un gusto al fenomeno del job hopping che andremo ad analizzare nel testo che segue.

In cosa consiste il job hopping

Il job hopping è un termine inglese che tradotto vuol dire” lavoro saltando”. Quindi si tratta di una pratica in cui un professionista salta da un lavoro all’altro per periodi molto brevi.

È una pratica che interessa soggetti tra i 25 e i 35 anni che scelgono di cambiare lavoro nell’arco di uno o due anni.

Un fenomeno in cui troviamo due fattori tra cui l’aspetto sociale e le politiche aziendali.

Esiste però un cambiamento radicale nel concepimento della vita dei Millennial, in quanto sono meno legati alle formalità e più indipendenti. In molti casi inoltre risultano essere autodidatti e la loro aspirazione è quella dell’imprenditorialità e quindi è difficile per loro trovare un lavoro a cui affezionarsi.

In che modo si individua uno job Hopper

Per trovare un job hopper è importante effettuare un’analisi dei lavori precedenti e capire per quanto tempo si è stati impiegati nel lavoro passato e per quale motivo si è scelto di abbandonare questa postazione di lavoro.

Dipendente
Dipendente- Oipamagazine.it

Inoltre, durante il processo di selezione, bisogna anche verificare se il candidato che si ha di fronte presenta segnali di imprenditorialità o di nomadismo digitale oppure qualsiasi altra idea inerente ad una mobilità geografica elevata, degli elementi che si traducono nel fatto che tale soggetto non resterà a lungo fermo all’interno di quel posto di lavoro.

I vari tipi di jobhopper

Molti sono i motivi che spingono un soggetto fare job hopping. Ma per avere un quadro completo, bisogna comprendere il motivo di tale cambiamento di lavoro.

Il primo motivo è il job hopping necessario il quale si presenta nel momento in cui la professione di un soggetto è legato alla temporalità. Si fa riferimento a professionisti che si occupano di gestire eventi o che lavorano nel settore del turismo.

C’è poi il job hopping come opportunità che si verifica nel momento in cui un soggetto approfitta di un preciso posto di lavoro per svilupparsi a livello professionale.

Troviamo poi il job hopping problematico, ossia una situazione nel momento che si verifica nel momento in cui un soggetto non riesce ad adattarsi all’ambiente di lavoro.

In che modo eliminare il job hopping all’interno delle aziende

Sembra facile capire che il job hopping risulta essere un elemento negativo per le aziende il quale va ad influire nei processi di accoglienza di ogni dipendente.  Ed è per questo motivo che è molto importante fare in modo che questo si eviti.

La soluzione migliore per evitare che ciò accada è che si ottimizzi il processo di on boarding.

Dipendente a lavoro
Dipendente a lavoro- Oipamagazine.it

Bisogna essere certi che il nuovo personale porti avanti tutti i giorni i propri compiti e che sia in sintonia con ogni valore dell’azienda. Inoltre bisogna essere certi che si faccia affidamento al concetto di centralità delle persone.

Infine è molto importante che il personale abbia la possibilità di crescere insieme e per l’azienda, andando ad investire in piani di carriera che possano portare una crescita al dipendente.

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