Bonifico alla moglie o al marito: ecco quale sarebbe la causale giusta da seguire

Un bonifico alla moglie o al marito deve sempre riportare la causale giusta per non far scattare i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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Per evitare problemi con le autorità fiscali o con i creditori, ci sono linee guida specifiche da rispettare quando si trasferisce denaro a un coniuge. Scopriamo come evitare il controllo durante il trasferimento di fondi tra partner.

La legge italiana riconosce il matrimonio come forma di assistenza sia morale che finanziaria tra i coniugi e consente il trasferimento della proprietà all’uno o all’altro dei coniugi.

I motivi di questo trasferimento sono vari, come contribuire alle spese familiari, acquistare un bene durevole (come un veicolo), o semplicemente come regalo o donazione.

Nella nostra nazione ci sono alcune limitazioni e precauzioni che devono essere prese in considerazione a seconda dello scopo e della quantità del trasferimento.

Inutile dire che è più probabile che importi maggiori sollevino segnali d’allarme per le verifiche fiscali. È importante tenere presente che gli istituti bancari sono tenuti a segnalare all’autorità fiscale tutte le transazioni finanziarie rilevanti.

Prestare attenzione al bonifico alla moglie o al marito

Se l’importo in questione è significativo, è consigliabile prestare attenzione durante l’esecuzione di un bonifico al proprio coniuge.

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La causale del pagamento e l’indicazione formale della causale del trasferimento devono essere attentamente monitorate.

Ad esempio, consideriamo uno scenario in cui un coniuge desidera trasferire denaro alla propria dolce metà.

Se l’importo da trasferire è inferiore a 5.000 euro, può essere effettuato tramite bonifico bancario o in contanti senza doverne giustificare il motivo o comunicarlo al fisco.

Attualmente è consentito effettuare pagamenti in contanti fino a 5.000 euro secondo la normativa vigente.

Quando il totale supera il limite stabilito, deve essere avviato un bonifico bancario e la spiegazione alla base del bonifico deve essere esauriente.

La spiegazione dovrebbe essere il più dettagliata possibile e potrebbe includere, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, un contributo per l’acquisto di attrezzature domestiche o il pagamento di tasse scolastiche.

Inoltre, se la donazione è destinata a uno scopo specifico, come l’acquisto di un veicolo, dovrebbe essere annotato di conseguenza.

Atto notarile a seguito di un bonifico: quando?

Chi sta pensando di fare una donazione senza un acquisto specifico in mente, ha la possibilità di includerla nella causale del pagamento.

È importante notare che in Italia le eventuali donazioni fatte a figli o coniugi sono soggette a un’imposta del 4% solo per importi superiori a un milione di euro.

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Per garantire un futuro privo di conflitti o confusione, si consiglia vivamente di creare un atto notarile con testimoni per qualsiasi importo significativo (nessun importo esatto specificato).

Questo documento serve come prova della fonte e dello scopo del denaro in caso di audit o azioni legali intraprese dai creditori.

Quando scattano i controlli

Secondo le norme di legge, i fondi eventualmente trasferiti attraverso il conto corrente si considerano automaticamente entrate.

Se non dichiarati, questi fondi sono considerati il ​​​​risultato dell’evasione fiscale. Ad esempio, l’Agenzia delle Entrate può avviare un’indagine se sospetta che il nome indicato su un conto corrente appartenente a uno dei due partner sia una falsità.

In questo caso, le autorità potrebbero voler confermare se gli accordi bancari sono principalmente associati all’altro partner.

In alcuni casi, il reddito non dichiarato di un marito può essere gestito attraverso il conto corrente della moglie, con un successivo trasferimento per recuperare i fondi guadagnati illegalmente.

Tuttavia, è importante prestare attenzione con tali trasferimenti, in quanto l’Agenzia delle Entrate potrebbe ritenerle ingiustificate o improprie, determinando così un accertamento fiscale.

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