Fino al 15 luglio i pensionati hanno tempo per presentare una particolare domanda. Vediamo di cosa si tratta esattamente.

Mentre il dibattito sulla riforma del sistema pensionistico e l’esplorazione di opzioni alternative di prepensionamento continuano, l’imminente legge di bilancio pone vincoli significativi alla capacità del governo di attuare modifiche sostanziali.
Ciò mette in pericolo il futuro della riforma delle pensioni. Tuttavia, è urgente affrontare le questioni relative al 2023.
L’inclusione dell’ApE Sociale, un programma di anticipo pensionistico INPS, nella prossima legislazione è ancora incerta.
Ciò che è certo, tuttavia, è che la scadenza per ottenere la certificazione necessaria per fare domanda per questo programma si sta avvicinando rapidamente.
L’ApE Sociale
La formula della flessibilità in uscita, da non confondere con il prepensionamento, è finalizzata ad integrare la pensione di vecchiaia ed è erogata dallo Stato.
Questo vantaggio è specificamente riservato a determinati gruppi protetti, che hanno diritto a ricevere un sussidio mensile. L’importo massimo di tale agevolazione può arrivare fino a 1.500 euro lordi.
Chi sono i beneficiari
Hanno diritto all’assistenza con la pensione coloro che soddisfano i criteri di avere almeno 63 anni e aver versato contributi per un minimo di 30-32 anni (o 36 anni, a seconda del gruppo di beneficiari). Il diritto a questa assistenza è suddiviso in quattro categorie distinte:
- Disoccupati che hanno finito il sussidio di disoccupazione;
- Parenti Caregiver, tipo conviventi, che operano da almeno 6 mesi;
- Invalidi con almeno il 74%;
- Lavoratori con mansioni gravose.
I primi tre casi richiedono contributi per un periodo da 30 a 32 anni, mentre il quarto caso richiede 36 anni di contributi.
Le impegnative responsabilità sono delineate nell’Allegato 3 della Legge di Bilancio del 2022. Nel caso di lavoratrici madri appartenenti a ogni categoria è prevista la riduzione del requisito contributivo pari a un anno su ogni figlio (fino a due anni massimo).
Per poter usufruire del servizio è necessario soddisfare determinate condizioni relative allo stato di occupazione.

In particolare, tale servizio è rivolto a coloro che hanno cessato il lavoro subordinato, autonomo o parasubordinato, sia esso svolto in Italia o all’estero.
È importante notare che l’ApE sociale è compatibile con il lavoro dipendente o parasubordinato solo se il reddito annuo non supera gli 8.000 euro lordi.
Inoltre, le persone che svolgono attività di lavoro autonomo devono rispettare un limite di reddito di 4.800 euro.
Le scadenze e come richiederla
Il prossimo termine per richiedere il riconoscimento del diritto all’Ape Sociale è il 15 luglio. Tuttavia, le domande possono essere presentate anche in un secondo momento, fino al 30 novembre.
Si precisa che in tal caso l’accoglimento della domanda sarà subordinato alla disponibilità di adeguate risorse residue.

Per avviare l’iter di riconoscimento e di accesso alle cure, i soggetti devono presentare per via telematica la domanda presso le competenti sedi territoriali dell’INPS.
Ciò può avvenire accedendo al portale tramite CIE (Carta d’Identità Elettronica), SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi).
In alternativa, le persone possono scegliere di chiedere assistenza agli istituti di patrocinio. L’indennità sarà erogata a partire dal mese successivo alla presentazione della domanda.