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Poste Italiane, disagi in tutta la Penisola: cosa accadrà a breve

Il 21 marzo vede un’importante mobilitazione dei dipendenti delle Poste in tutta Italia, con Roma e provincia al centro delle proteste. Con servizi come consulenze e consegne a rischio. Scopri quali sono le motivazione che hanno spinto i lavoratori a scioperare. 

Poste Italiane – Oipamagazine.it

Il prossimo 21 marzo segna un momento di protesta significativo per i dipendenti delle Poste Italiane, con una mobilitazione che coinvolge l’intera categoria postale, compresi operatori di sportello, amministrativi, consulenti finanziari e portalettere.

La città di Roma e la provincia circostante sono al centro di questa iniziativa che mira a coinvolgere tutti e 8.000 i lavoratori dell’azienda. Le sigle sindacali “Slg Cub Poste, Cobas Poste e Cub Poste” hanno annunciato l’organizzazione di uno sciopero nazionale che si protrarrà per un intero giorno, pervaso da molteplici motivazioni.

Tra queste, si distaccano soprattutto la ferma opposizione alla privatizzazione delle Poste Italiane, la crescente diffusione del precariato e la contestazione di un contratto ritenuto non solo ingiusto ma anche inadeguato alle esigenze dei lavoratori.

Le richieste dei sindacati e dei dipendenti di Poste Italiane

In particolare, i sindacati sollevano critiche nei confronti del processo di privatizzazione dell’azienda postale, evidenziando come tale politica favorisca esclusivamente i profitti delle entità private a scapito del benessere sociale e dell’equilibrio economico complessivo.

Poste Italiane – Oipamagazine.it

Essi denunciano inoltre la pratica dei tagli occupazionali, ritenendo che essa comporti non solo un impoverimento delle risorse umane coinvolte, ma anche un impatto negativo sulla coesione sociale e sulla qualità dei servizi erogati.

Lamentano altresì la chiusura sistematica di uffici postali e la riduzione dei servizi accessibili alle fasce più vulnerabili della popolazione, considerando tali misure discriminatorie e alienanti. Infine, esprimono forte preoccupazione per la prospettiva di cessione di rami d’azienda, temendo possibili conseguenze negative sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla continuità dei servizi offerti alla collettività.

La richiesta principale dei lavoratori è quella della totale pubblicizzazione di Poste Italiane, sostenendo che i servizi essenziali dovrebbero essere un diritto uguale per tutti i cittadini, con i profitti generati che devono rimanere nelle mani pubbliche anziché essere ceduti a faccendieri e speculatori.

Le richieste sindacali per la stabilizzazione e i diritti dei lavoratori

La protesta è inoltre diretta contro il dilagante precariato e i contratti a termine che, secondo i sindacati, umiliano i lavoratori e negano loro anche i diritti più basilari, spesso attraverso ricatti ignobili. Si chiede la stabilizzazione dei precari e la fine dell’abuso di contratti a termine, evidenziando che non c’è futuro in una vita lavorativa precaria.

Infine, i sindacati criticano il nuovo contratto proposto, chiedendo invece uno che recuperi il potere d’acquisto perso negli anni precedenti, garantendo dignità al lavoro e alla qualità di vita dei dipendenti. Tra le richieste figurano il ripristino degli scatti d’anzianità e l’introduzione di terzietà nei provvedimenti disciplinari, al fine di evitare che vengano utilizzati come strumenti di ricatto.