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Ottenuto argento riciclato dall’acqua: l’esperimento di un gruppo di scienziati italiani

18Gli scienziati sono stati in grado di ottenere dell’argento riciclato utilizzando dell’acqua. Vediamo insieme di scoprire altri dettagli su questa notizia così interessante.

Argento- Oipamagazine.it

Un team di ricercatori, partendo dall’essiccamento e dalla silice, sono stati in grado di ottenere un argento riciclato sfruttando delle nanoparticelle disperse all’interno dell’acqua.

La realizzazione dell’argento riciclato

Un team di scienziato è stato in grado di recuperare dell’argento riciclato sfruttando delle particelle ultra fini, un risultato da riutilizzare all’interno di dispositivi medici sanitari.

Sappiamo infatti che tutti gli anni, sono circa 500 le tonnellate di argento in particelle ultra fini sfruttate all’interno delle nanotecnologie.

Queste vengono utilizzate al fine di creare dispositivi medico sanitari oltre che vestiti, mobili ed elettrodomestici.

Si tratta di elementi che possiedono delle proprietà disinfettanti anche se il lavaggio e l’utilizzo di questi dispositivi ne causano la dispersione all’interno dell’acqua, facendo sì che il metallo prezioso si perda e dando vita ad una continua necessità di approvvigionamento della materia prima, senza avere la possibilità di sfruttare l’argento riciclato.

Una situazione che potrebbe cambiare del tutto, proprio grazie all’esperimento fatto da un team di ricercatori dell’università di Padova e dell’Enea, i quali hanno realizzato un materiale capace di catturare le nanoparticelle d’argento che si disperdono nell’acqua.

I risultati del team sono stati resi noti sulla rivista Molecules in cui si legge che il materiale che sono riusciti ad ottenere proviene dal silice, un composto attraverso il quale si forma il vetro.

Particelle- Oipamagazine.it

Il procedimento di trattamento della silice prevede la tecnica del nano imprinting in cui si va a scavare delle fossette proprio sulla superficie. Tali cavità risultano essere delle stesse dimensioni delle particelle d’argento che si ha intenzione di eliminare dall’acqua.

Le funzionalità del nano imprinting necessario per creare argento riciclato

L’esperimento condotto, è stato in grado di prevedere che le nano particelle d’argento realizzata all’interno dei laboratori dell’università di Pavia, vengono disperse all’interno di una soluzione liquida.

In seguito, dopo un semplice essiccamento, si va a formare la silice solida insieme alle nanoparticelle intrappolate al suo interno. Queste poi vengono sciolti attraverso l’esposizione all’aria, insieme a degli amminoacidi precisi.

In questo modo, si va a liberare l’argento, recuperarlo e riciclandolo si ottiene una silice solida che possiede delle cavità uguali a quelle del nanoparticelle sciolte.

Ed è a quel punto che il materiale può essere catturato in maniera selettiva, andando a rimuovere delle nuove particelle d’argento disperse all’interno delle acque.

Un risultato su cui ha voluto esprimere la sua opinione anche il professore del dipartimento di chimica dell’università di Pavia, Piersandro Pallavicini, il quale ha affermato:

“Grazie anche allo sfruttamento di particolari forze fisiche attrattive, le nanoparticelle entrano nelle cavità della silice di dimensioni corrispondenti. Quando hanno aderito ai frammenti di silice molto più grandi, possono essere facilmente rimosse dall’acqua”.

Team scienziati- Oipamagazine.it

Partendo dal test di laboratori, si è stati in grado di scoprire che questo materiale riesce a catturare, in maniera efficace, ogni nanoparticella per fare in modo che si possa produrre successivamente l’argento riciclato.

All’interno di ogni grammo di silice nano imprinted è possibile effettuare la rimozione di più di 4 mg di nano particelle d’argento, ossia l’equivalente di un milione di miliardi di nanoparticelle.

In base a ciò che spiegano i ricercatori, tale sistema può essere sfruttato su larga scala al fine di recuperare numerosi altri tipi di particelle anche da acque inquinate.