Pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità: per chi aumentano e diminuiscono

Nei prossimi mesi alcuni pensionati potranno assistere a variazioni sulle pensioni di reversibilità. Ecco tutti i dettagli.

Variazioni sulle pensioni
Variazioni sulle pensioni – oipamagazine.it

Sono più di 16 milioni le persone del nostro Paese che ricevono mensilmente la pensione. Essa arriverà direttamente sul conto corrente il primo di ogni mese oppure potrà essere ritirata presso il proprio Ufficio Postale di riferimento.

In questi mesi i vari assegni pensionistici possono variare in base ad alcuni piccoli “aggiustamenti“. Essi possono avere effetti positivi oppure negativi sulla somma consueta che ogni pensionato riceve in media ogni mese.

Le variazioni sulla pensione rispetto al 2022 sono state maggiormente elevate per tutte le categorie di pensionati. Per effetto dell’inflazione e del carovita, infatti, si è assistito a una rivalutazione delle varie pensioni del 7,3%.

A beneficiarne sono stati tutti pensionati. Una buona notizia, specie per chi ha un reddito annuo inferiore a determinate soglie.

Anche le pensioni minime hanno subito degli importanti aumenti rispetto al passato. Inoltre, il Governo ha optato per una rivalutazione extra di questo trattamento minimo. Per gli over 75, poi, tale assegno è arrivato alla cifra di quasi 600 euro al mese.

Di seguito, però, vogliamo informare i nostri lettori sulle variazioni che si potranno registrare nei vari singoli casi in merito alle pensioni di vecchiaia, di reversibilità e di invalidità.

Ecco tutto quello che c’è da sapere su questo argomento così importante per milioni di cittadini del nostro Paese.

Le variazioni della pensione

In Italia la pensione di vecchiaia è fissata sui 67 anni di età, a patto di aver lavorato secondo le regole per almeno 20 anni. Per regole intendiamo il fatto di aver versato un numero di contributi pari, per l’appunto, a 20 anni.

Calcolo pensione di settembre
Calcolo pensione di settembre – oipamagazine.it

Esistono diversi modi per accedere prima in pensione e ottenere, quindi, una pensione anticipata rispetto a quella di vecchiaia. La modalità principale è quella di aver versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi.

Al netto di tutti questi discorsi, sappiamo bene come l’importo che ogni pensionato prenderà ogni mese sulla pensione sarà diverso rispetto a quello degli altri.

In base agli anni di lavoro effettuati e ai contributi effettivamente versati sarà possibile calcolare l’importo che si riceverà al termine della propria attività lavorativa.

I mesi di luglio e agosto sono stati più “ricchi” del previsto rispetto alla consuetudine per chi riceve la pensione minima. Sono stati, infatti, versati anche gli arretrati in riferimento alle rivalutazioni extra.

In alcuni casi ci sono stati dei ritardi, ma la stragrande maggioranza degli aventi diritto ha ricevuto con l’assegno mensile di settembre gli arretrati spettanti da gennaio.

Cosa è accaduto o potrebbe accadere, invece, per chi riceve gli assegni per la pensione di vecchiaia e quelli in merito alla reversibilità e all’invalidità? Analizziamo tutti i dettagli a riguardo.

Più o meno soldi in questi casi

Le pensioni di settembre hanno registrato importi diversi per alcuni pensionati del nostro Paese. La stessa cosa potrà avvenire per gli ultimi mesi di quest’anno, in base alle varie situazioni. Questo vale per chi è in possesso della pensione di vecchiaia e di quella di reversibilità.

Meno soldi a disposizione
Meno soldi a disposizione – oipamagazine.it

Della pensione di vecchiaia abbiamo già parlato prima. Quella di reversibilità, invece, è la pensione che spetta al coniuge di un pensionato deceduto negli anni precedenti.

Per queste due forma di pensione, dicevamo, gli importi mensili potrebbero avere piccole variazioni in base alla singola situazione fiscale del pensionato.

Il pagamento delle tasse e di specifiche trattenute potrebbero far risultare un importo inferiore allo standard in un particolare mese. Negli anni passati, infatti, si potrebbe aver pagato meno tasse rispetto al previsto.

Le trattenute sulla pensione, quindi, potrebbero risultare essere come una forma di “risarcimento” in tal senso.

Se dopo aver presentato la dichiarazione dei redditi dovesse palesarsi un conguaglio a debito, l’INPS imporrà delle trattenute sul cedolino.

Viceversa, in caso di conguaglio a credito, al singolo pensionato spetterà un aumento sul cedolino per quel mese.

Gli aventi diritti alla pensione di invalidità, invece, non corrono il rischio di subire queste trattenute. La legge, infatti, impone che questi pensionati non siano soggetti a trattenute da parte dell’IRPEF.

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