Pensioni, l’annuncio spegne la speranza di ogni italiano: la notizia dall’INPS

Sul fronte delle pensioni arriva un annuncio che spegne definitivamente le speranze di molti cittadini italiani. Cosa è stato detto? Scopriamolo.

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Cambio di strategia da parte del Governo sul tema pensioni. Se prima, durante i proclami in campagna elettorale, l’intento era quello di andare oltre la legge Fornero, considerato come prioritario, adesso pare che le cose siano diverse.

Ciò perché è stato preso atto che la riforma del sistema previdenziale è più complessa di quanto si pensasse a causa della scarsità di risorse disponibili. Ecco perché adesso vige una grande prudenza.

Quindi, tradotto in parole facilmente digeribili, niente novità sostanziali per il prossimo anno nell’ambito delle pensioni.

Per la Manovra finanziaria che verrà, le poche risorse rimaste verranno usate a sostegno del reddito dei lavoratori, con interventi mirati su tagli IRPEF e sgravi contributivi.

C’è chi, però, ancora tira in ballo Quota 41 per tutti quanti. Uno di questi è Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro, il quale continua a proporre la misura come obiettivo prioritario entro fine legislatura.

Quota 41, seppure in forma parziale, consentirebbe a ogni lavoratore di andare in pensione dopo aver versato 41 anni di contributi, e quindi sarebbe un passo in avanti per superare la legge Fornero.

Ma le speranze diventano vane quando arriva qualcuno a spegnerle. Questo qualcuno è Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze.

Giorgetti non è certamente amante della riforma Fornero introdotta dal Governo Monti nel 2011; soltanto che, allo stato attuale, il ministro è ben consapevole che ci sono ragioni più che fondate a impedire una qualsiasi riforma delle pensioni.

Pensioni: superare la legge Fornero è impossibile

Al meeting di Rimini, durante un suo intervento, Giorgetti si è prodigato a illustrare con grande obiettività qual è la situazione odierna, menzionando tutte le ragioni che impediscono la riforma del sistema previdenziale.

Soldi pensioni
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Come in molti sanno, il nostro sistema pensionistico è basato sul rapporto che c’è tra pensionati e lavoratori, con quest’ultimi che finanziano le pensioni dei primi tramite i contributi versati.

Per cercare di mantenere il sistema sostenibile, è fondamentale che le entrate siano maggiori delle uscite. Ciò significa che il numero di lavoratori deve essere superiore a quello dei pensionati.

C’è, però, il rischio che non sempre sarà così. Nel passato recente, infatti, Pasquale Tridico, ex presidente INPS, ha messo in evidenza che le stime da parte dell’Istituto su tale rapporto affermano che lo stesso si sta assottigliando di anno in anno.

Se il trend non si inverte, nel 2040 questo rapporto sarà di uno a uno, quindi eccessivamente esiguo per poter garantire sostenibilità. Il rapporto ottimale, invece, dovrebbe essere un lavoratore e mezzo per ogni pensionato.

Giorgetti ha spiegato che il problema principale è quello della denatalità. Infatti, lo scorso anno, l’Italia ha toccato il minimo storico con soltanto 329.598 nascite.

“Con un tasso di natalità del genere”, spiega il ministro, “non si può assolutamente parlare di riforma previdenziale nel medio e lungo periodo”.

In effetti, se le condizioni attuali non consentono quasi di pensare a come finanziare le pensioni nel momento in cui i lavoratori verranno a mancare, figurarsi che con la cancellazione della legge Fornero poi il Governo si accorgesse che il numero di pensionati è aumentato.

Interventi demografici necessari

L’unica strada da percorrere prima di intraprendere qualsiasi riforma previdenziale è quella che porta al superamento degli ostacoli attuali.

Il primo intervento è sull’aspetto demografico tramite misure che possano incentivare le coppie a fare più figli.

Soltanto in questo caso, ossia se il numero di nascite aumentasse, ci saranno le risorse necessarie per una revisione del sistema previdenziale.

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Ad esempio, una soluzione che potrebbe aumentare le nascite è il pensionamento anticipato. Infatti, un recente studio da parte di Bankitalia afferma che le riforme previdenziali messe in atto negli ultimi anni, hanno impattato negativamente sulla crescita demografica.

Analizzando i dati, si è scoperto che più viene spostata la data di pensionamento e più le nascite calano.

Per quale ragione? Semplice: i giovani attuali, prima di fare figli, devono fare affidamento sui nonni, considerando che ci sono diverse lacune a livello di servizi, i quali non consentono loro un bilanciamento delle esigenze lavorative con quelle genitoriali.

Dunque, non potrà mai esserci una riforma del sistema pensionistico se non aumenteranno le nascite, ma anche il contrario.

Un problema questo che non sarà facile risolvere e che, in qualche modo, mette a tacere ogni voce che parla di riforme per gli anni a venire. Insomma, in seno al Governo qualcuno dovrà iniziare ad accettare la legge Fornero.

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