Se prestiamo denaro a un amico o un parente, possiamo poi chiedere anche gli interessi sulla somma prestata? Vediamo cosa dice la legge.
Non è una rarità che tra parenti o amici avvenga un prestito di denaro. Tralasciando le motivazioni che sono alla base di tale richiesta, sorge una domanda molto frequente: prestare i soldi comporta anche caricare la cifra di interessi?
Giusto per dare maggior rilievo alla questione, la richiesta di soldi a qualcuno potrebbe nascere dalla mancanza momentanea di liquidità, oppure è in atto una crisi che potrebbe travolgere tutta la famiglia a livello economico.
In questi casi, è indispensabile fare affidamento sull’aiuto di un amico o un parente per pagare le utenze, le tasse, il mutuo e altro.
Le famiglie che sono a conoscenza di questi micro prestiti sono davvero tante. Ecco perché è fondamentale conoscere le regole principali stabilite dalla legge in questi casi.
Di seguito, andremo ad analizzare la disciplina del prestito di denaro, cercando di capire se la persona che presta denaro ha diritto ad avere degli interessi su quanto prestato e che bisogna fare per evitare che ciò accada.
Conoscere queste norme rende più fluidi e agevoli i rapporti tra conoscenti e amici, evitando in questo modo di discutere o litigare.
Prestito di denaro: cos’è?
Quando si dà in prestito o si riceve in prestito dei soldi, un contratto è concluso a tutti gli effetti. Tale contratto può essere considerato come un mutuo.
La legge italiana considera il mutuo un contratto, anche di natura verbale, tramite il quale un soggetto presta a un altro soggetto una quantità specifica di denaro o altri beni mobili e immobili (tipo un’auto o una casa), che quest’ultimo si impegna a restituire.
I soldi passano in mano a chi ha contratto il mutuo, ossia il mutuatario, che ha preso in prestito questo denaro e dovrà restituirlo con la stessa cifra.
La restituzione può avvenire alla scadenza pattuita o, in alternativa, nel caso in cui non è stata indicata una precisa data, a quella che deciderà il giudice interpellato dal mutuante.
Nel caso in cui la restituzione della somma avvenga sotto forma rateale, il mancato pagamento di una rata soltanto consente al mutuante di chiedere la restituzione immediata dell’intero importo dato in prestito.
Se Antonio ha dato in prestito a Francesco 6.000 euro, previo accordo di restituzione della somma in cinque rate al mese, se Francesco salta il pagamento di una sola rata, consente ad Antonio di chiedere indietro tutta la somma, facendo saltare l’accordo rateale.
Quando non bisogna restituire anche gli interessi
Adesso arriviamo al nocciolo della questione, ossia se il mutuo produce degli interessi. La questione, però, non coinvolge un’istituzione bancaria o finanziaria, ma un fratello o un amico che ha prestato i soldi.
Sulla base di quanto afferma la legge, nel caso in cui le due parti coinvolte non hanno deciso diversamente, il prestito produrrà degli interessi.
Pertanto, nel caso in cui l’accordo, anche in forma verbale, non prevede nulla al riguardo, chi ha ricevuto i soldi dovrà anche restituire gli interessi maturati sulla somma, che andranno calcolati sulla base del corrente tasso.
Se la persona che ha ricevuto il denaro, non vuole che questo presto diventi fruttifero, ossia oltre al capitale deve anche gli interessi maturati, è necessario in questo caso che venga messo tutto nero su bianco, possibilmente scritto oppure con la presenza di testimoni.
Una volta esclusa l’ipotesi degli interessi, chi ha ricevuto il denaro dovrà sostituire soltanto la somma esatta.
Se il prestito avviene tramite bonifico, per evitare che maturi interessi, nella causale va indicata la dicitura “prestito infruttifero”.
Se Antonio dà in prestito a Francesco 6.000 euro, con tanto di atto scritto, se non vengono menzionati gli interessi, il prestito verrà considerato fruttifero e, quindi, alla data concordata la somma verrà caricata con gli interessi calcolati in base al tasso legale attuale.