Biochar, cos’è e come può ridurre inquinamento e tutelare l’agricoltura

Un lavoro molto importante nel rilascio della linea carbonica nell’atmosfera è ricoperto dall’agricoltura. Questo infatti ha il compito di rinsaldare ogni effetto del cambiamento climatico. Per aiutare questo settore in costante difficoltà, è stato realizzato un materiale che prende il nome di biochar e che potrebbe rivoluzionare del tutto il mondo dell’ agricoltura.

Biochar
Biochar- Oipamagazine.it

Alcune attività ancora molto comuni sono la deforestazione e il prosciugamento di zone umide. Si tratta di elementi che insieme danno vita al 7% delle emissioni di gas serra nel mondo intero. Fortunatamente però l’innovazione non si blocca nemmeno in questo caso al punto da riuscire a dar vita ad un nuovo materiale, il biochar, un qualcosa che potrebbe essere una vera e propria rivoluzione sia per quanto riguarda l’efficienza che per l’impatto ambientale.

Quindi a cosa consiste il biochar e in che modo si produce

Il biochar di cui parliamo oggi, un tempo prendeva il nome di terra petra de índio.

Quindi, nel momento in cui si parla di biochar, bisogna sapere che non si tratta di un invenzione attuale in quanto è un materiale le cui origini sono molto antiche anche se oggi è stato rivisitato sotto un punto di vista sintetico.

Le popolazioni amazzoniche idearono la “terra nera” in cui utilizzavano tali sostanze, formata da pezzi di ceramica, scarti di animale e il carbone, per fertilizzare il terreno della foresta, il quale rischiava di essere eccessivamente acido e quindi poco adatto a coltivare qualcosa.

Attualmente il biochar viene prodotto dalla pirolisi di varie tipologie di massa vegetale tra cui fogliame secco, lolla di riso, stoppie di grano o di mais oppure potatura.

Nel corso della pirolisi, ossia della decomposizione termica di ogni materia organica, si procede al riscaldamento della biomassa con temperature molto elevate che variano tra i 350 gradi e i 700°c.

Tutto il processo si svolge in un ambiente privo di ossigeno così che si eviti la possibilità di una combustione completa. Questo è procedimento quindi a vita il biochar, un carbone poroso, ricco di carbonio e stabile.

Il biochar visto in qualità di soluzione per l’agricoltura

Viste le sue caratteristiche, il biochar è un alleato molto importante per l’agricoltura.

Poiché si tratta di un materiale molto poroso, questo dà la possibilità di trattenere i nutrienti e l’acqua, degli elementi necessari per le piante.

Terreno fertile
Terreno fertile- Oipamagazine.it

Sfruttarlo in qualità di ammendante per il suono potrebbe far sì che si andrebbe a migliorare la struttura e la fertilità del terreno.

La differenza di come accade per gli altri ammendanti a base organica, all’interno del carbone vegetale troviamo una struttura carbonica che gli dà la possibilità di apparire stabile all’interno del terreno e quindi di degradarsi con tempistiche molto più lunghe.

Questo prodotto è in grado di rendere migliori le caratteristiche meccaniche, biologiche, chimiche e fisiche del terreno, avendo così degli effetti positivi sulla fertilità per un tempo decisamente lungo.

Infatti, i vantaggi di questo prodotto sono così duraturi al punto che ancora oggi non si è stato in grado di definirli con certezza.

Basti pensare che ci sono aree amazzoniche in Brasile in cui non mancano degli appezzamenti di terreni molto fertili proprio perché gli indios, alcuni migliaia di anni fa virgola hanno utilizzato il biochar in qualità di concime.

Il biochar visto come un importante alleato per il clima

Viste le sue caratteristiche, il biochar non dà aiuto soltanto all’agricoltura ma anche all’ambiente.

Infatti, l’IPCC è stato in grado di riconoscerlo come una delle strategie più rilevanti per quanto riguarda la mitigazione del cambiamento climatico.

Inoltre il sistema biochar darà possibilità di contribuire anche una riduzione della produzione di anidride carbonica oltre che a diminuire la presenza di gas serra.

Decisamente notevole risulta essere anche il sequestro di carbonio che il biochar è in grado di raggiungere.

Attraverso il processo di pirolisi attraverso, il quale questo viene realizzato, il carbonio organico della pianta si va a trasformare in biochar il quale va ad immagazzinare la CO2 in ogni pianta piuttosto che rilasciarlo nell’atmosfera proprio come quando accade nel momento in cui si bruciano i residui vegetali della pianta.

Tramite il bilancio climatico della pirolisi, si è in grado di arrivare ad un valore di 489 kg di anidride carbonica all’interno del ciclo di carbonio, un valore che si riferisce a ogni tonnellate di biomassa secca realizzata.

Fonti di energia rinnovabile come quella eolica e quella solare vengono chiamate come “carbon neutral” mentre il biochar viene identificato con l’appellativo di “carbon negative” in quanto non solo non rilascia CO2 nell’aria ma riesce addirittura a sottrarre anidride carbonica insieme a gas serra all’interno dell’atmosfera.

Si tratta di un prodotto quindi che riesce a rendere ogni terreno molto più fertile andando a migliorarne la qualità e a contribuire al sequestro di anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera.

Terreno fertilizzato
Terreno fertilizzato- Oipamagazine.it

Inoltre, attraverso il suo utilizzo si va a sfruttare una quantità inferiore di acqua grazie alla sua porosità, la quale va ad agire proprio come fa una spugna.

Il biochar potrebbe riuscire a rivoluzionare del tutto il settore agricolo per quanto riguarda l’impatto e la produttività.

In Africa occidentale e in Asia questo potrebbe dare un contributo molto importante per rigenerare i suoli impoveriti dalla monocoltura o dalla deforestazione.

Per il momento, l’unico ostacolo che deve essere superato è quello che riguarda il costo, il quale risulta essere eccessivamente elevato a differenza dei concimi tradizionali.

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