Fisco, via ai controlli incrociati sui conti correnti: chi starebbe rischiando

Sono partiti i controlli incrociati sui conti correnti da parte del Fisco. Chi rischia seriamente di finire sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate?

Controllo incrociato conto corrente
Controllo incrociato conto corrente – oipamagazine.it

Sta per partire la “campagna” da parte dell’Agenzia delle Entrate per scovare gli evasori fiscali tramite i controlli incrociati sui vari conti correnti.

È lo stesso direttore dell’ente, Ernesto Maria Ruffini, a dirlo durante un’intervista al Corriere della Sera.

Quando scatteranno questi controlli? Chi sarà colpito? Quali obiettivo il governo intende raggiungere? Cerchiamo di dare un po’ di ordine alle cose.

Anagrafe conti correnti: cos’è?

L’anagrafe dei conti correnti è uno strumento informatico di controllo creato dall’Agenzia delle Entrate, che risale ormai al 2011.

Può essere paragonata a una grande banca dati dove ci sono tutti i dati inerenti ai rapporti tra soggetti che usano i servizi bancari e le banche stesse.

Controlli incrociati sui conti correnti
Controlli incrociati sui conti correnti-oipamagazine.it

Per legge, è obbligatorio per 20 entità comunicare periodicamente i rapporti che hanno con i consumatori italiani. Ecco alcune di queste entità:

  • banche;
  • Poste Italiane;
  • società che gestiscono il risparmio;
  • società fiduciarie;
  • fondi di investimento e organismi di investimento collettivo;
  • enti assicurativi in ambito finanziario;
  • imprese di investimento, cooperativi o consorzi che garantiscono i fidi.

Controlli incrociati sui conti correnti: quando partono e chi riguardano

Ruffini ha affermato che “le prime estrapolazioni che si basano sui dati pseudonimizzati, ossia all’inizio anonimi e poi da usare sulla base di informazioni aggiuntive, riguardano il 2017”.

“Con questi dati saremo in grado di individuare tutti i soggetti con un’enorme mole di movimentazioni sui loro conti correnti, ma che poi non hanno presentato la dichiarazione dei redditi. Abbiamo già iniziato a farlo, e molto presto disporremo dei primi risultati”.

Ruffini ha continuato affermando che “da cattolico quale sono, fin dall’antichità la figura dell’esattore non era comprensibilmente ben vista. Oggi, visto che viviamo in una democrazia, il denaro dell’evasione viene recuperato non per conto del re, ma per dare un vantaggio concreto alla collettività, tra cui coloro che non pagano le tasse”.

L’80% dell’ammontare dell’evasione fiscale riguarda coloro che non presentano la dichiarazione dei redditi oppure lo fanno in modo incorretto. Il restante 20% riguarda quella che viene definita evasione da versamento, ossia chi, nonostante abbia presentato la dichiarazione, poi non salda quanto deve”.

Estratto conto corrente
Estratto conto corrente-oipamagazine.it

Non dobbiamo scordarci che quasi tutti i contribuenti sono gente onesta che paga tutto, senza risparmiare l’ultimo centesimo, anche se non è ricca. Noi intendiamo garantire loro i diritti fondamentali, come istruzione, sanità, ordine pubblico. Ma per farlo, però, ci occorrono risorse. L’Agenzia è chiamata a trovarle”.

Con l’archivio dei conti correnti possiamo intercettare, per esempio, i soggetti che hanno all’estero una residenza fittizia, ma che comunque hanno un conto in Italia”. Questa è un’indicazione su chi andrà a finire nel mirino dell’Agenzia delle Entrate.

Problema violazione della privacy risolto

Previsioni? È ancora presto per farle”, afferma Ruffini. “L’obiettivo resta recuperare più soldi possibile con questo strumento”.

“Soltanto a maggio abbiamo completato le attività che ci aveva richiesto il Garante per la privacy sulla sicurezza e il corretto uso dei dati dei contribuenti”.

L’obiettivo che si è posto il Governo attraverso l’Agenzia delle Entrate è quello di recuperare la bellezza di 2,8 miliardi dall’evasione.

“Tutto questo sarà possibile grazie al recupero della capacità operativa”, afferma Ruffini.

“Abbiamo dato vita a un piano ambizioso di reclutamento di circa 11.000 funzionari. Un altro obiettivo è la riduzione del tax gap, ma è condizionato da molti fattori, che non sono soltanto prettamente fiscali”.

Per quanto concerne gli obiettivi che sono stati affidati all’Agenzia delle Entrate dal PNRR, c’è ancora tempo fino alla fine del 2024 per inviare più di 3 milioni di lettere di compliance, con un incasso che dovrebbe ammontare a 2,77 miliardi di euro. La notizia positiva è che raggiungeremo questo obiettivo già nel mese di ottobre, quindi con oltre un anno di anticipo, visto che gli incassi realizzati sono del 99%”.

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