Cos’è e come affrontare il tecnostress

La tecnologia non ha portato soltanto benefici ma anche un lato negativo. Questo è ciò che è accaduto con l’arrivo del tecnostress. Ma in cosa consiste? In quali casi si verifica?

Tecno stress
Tecno stress- Oipamagazine.it

Se da una parte la tecnologia è diventata una vera e propria opportunità, dall’altra questa viene vista quasi come una costrizione in cui i soggetti si sentono obbligati comunicare in maniera fissa.

Che cos’è il tecnostress

La nostra mente, proprio come tutti i device che abbiamo a disposizione, risultano essere sempre più connessi, al punto che portiamo avanti flussi senza interruzione di messaggi vocali, email, video call on-line e molto altro ancora.

E’ facile capire quindi che la tecnologia, poco alla volta, si sta trasformando in un pericolo per quello che è l’equilibrio psicofisico della nostra mente, andando a creare, in alcuni casi, una sorta di stress.

All’interno dell’ambito lavorativo, è possibile puntare sulla promozione di un tecnostress, il quale va a dar vita ad una base di digital awareness.

All’interno del contesto organizzativo, si fa riferimento al tecnostress nel momento in cui si va a descrivere una condizione potenziale di benessere provocato dall’utilizzo costante delle moderne tecnologie, necessario per portare a termine i vari compiti assegnati.

Era il 1984 l’anno in cui fu coniata la parola tecnostress, una parola che fu pronunciata per la prima volta da Craig Brod uno psicologo americano .

Già 40 anni fa Brod, all’interno del suo libro, aveva descritto tale forma di stress proprio come se fosse una

“moderna malattia dell’adattamento causato dall’incapacità di far fronte alle nuove tecnologie informatiche in modo sano”.

È bastato un decennio per aumentare tale significato e andando a descriverlo come

“qualsiasi impatto negativo su atteggiamenti, pensieri, comportamenti o sulla psicologia causati direttamente o indirettamente dalla tecnologia”.

Non sempre il tecnostress viene visto come un nemico da sconfiggere

Visto che lo stress non risulta essere una vera e propria malattia, ma semplicemente  qualcosa di negativo, non sempre il tecno-stress viene visto come un qualcosa da debellare.

Infatti, al suo interno, è possibile trovare anche una componente positiva la quale può essere definita come “tecno-eustress”, un qualcosa che si presenta soprattutto di fronte ad opportunità e sfide.

Questa componente va ad implicare una classificazione positiva di ogni richiesta in cui è possibile ottenere anche una crescita personale. E’ facile quindi capire che il tecno eustress si presenta nel momento in cui le tecnologie sono viste come una sollecitazione positiva che permette di sperimentare la parte buona dello stress.

Stress digitale
Stress digitale- Oipamagazine.it

Invece, il “tecno-distress” va a spiegare i processi tramite i quali ogni individuo va a valutare la tecnologia insieme all’utilizzo che se ne fa, come se fosse una minaccia, andando così a sperimentare, di conseguenza, lo stress cattivo e andandosi a trovare dinanzi a risultati che nella maggior parte dei casi risultano essere dannosi.

Quali sono i sintomi del tecno stress cattivo

Prima di descrivere i sintomi del tecno stress negativo, è importante affermare che si tratta di una sintomatologia abbastanza soggettiva e che quindi risulta essere diversa da persona a persona.

Nella maggior parte dei casi tale sindrome, la quale nel 2007 è stata definita ad ogni effetto come una vera e propria malattia professionale, non viene identificata prontamente, provocando una degenerazione fino a che il soggetto in questione non si trova di fronte ad un completo impedimento nel portare a termine le attività di tutti i giorni.

In linea di massima, è possibile dividere i sintomi di tecnostress in due macro gruppi:

  • sintomi fisici tra cui sudorazione, disturbi della pelle, disturbi ormonali, dolore cervicale, formicolio ad alcuni o a tutti gli arti, disturbi cardiovascolari, fatica cronica, mal di testa, disturbi gastrointestinali e disturbi del sonno;
  • sintomi psichici o mentali come apatia, crisi di pianto, calo del desiderio sessuale, cambiamento nel comportamento, depressione, irritabilità.

Cosa sono le digital awarness

Nel momento in cui si vanno ad analizzare tutti i sintomi che abbiamo appena descritto, è facile capire che il prodotto del tecnostress non va ad avere conseguenze soltanto sul lavoratore, ma si ripercuotono sull’intero sistema produttivo.

E quindi in questo caso, qual è la cosa migliore che l’azienda può fare?

La prima soluzione da applicare per fare in modo che questi accadimenti possono essere prevenuti, è quello di fare in modo che venga curata la realtà organizzativa andando ad aggiungere un livello di Digital awarness, ossia di consapevolezza digitale, che sia adeguato.

Stress a lavoro
Stress a lavoro- Oipamagazine.it

Infatti, nel momento in cui si parla di Digital awarness, si fa riferimento ad una Digital soft skill in cui si va a rappresentare il riuscire ad assumere una consapevolezza per quanto riguarda l’impatto che si presenta su ogni individuo a causa della trasformazione digitale e quindi, di conseguenza, riuscire a gestire il tutto in maniera corretta.

E’ importante quindi essere in possesso di competenze digitali oltre che a capacità utili per gestire la tecnologia.

In seguito l’azienda si trova ad impegnare anche nell’organizzare, un percorso di training per ogni membro dell’organizzazione, al fine di riuscire ad arrivare ad ottenere un ottimo livello di consapevolezza riguardo alla relazione con il digitale.

Di sicuro è questa una strategia abbastanza valida che l’azienda può scegliere di utilizzare.

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