Cos’è e come funziona il diritto di autore

Lo scopo del diritto d’autore è quello di dare protezione alle creazioni intellettuali di soggetti. Ma come funziona nel dettaglio?

Diritti d'autore
Diritti d’autore- Oipamagazine.it

Attraverso il diritto d’autore, il creatore ha il diritto di rivendicare la paternità ottenendo dei compensi economici. Ma vediamo, nel dettaglio, come funziona il tutto.

In cosa consiste il diritto d’autore

E’ noto a tutti ormai che non è possibile scaricare musica gratuitamente da internet né tantomeno ottenere dei guadagni da prestazione.

Non è nemmeno permesso copiare testi che sono stati scritti da altri oppure usare foto coperte da copyright.

In poche parole, tutte quelle opere che sono di proprietà esclusiva di colui che le ha create, sono tutelate attraverso il diritto d’autore.

E quindi, per potere utilizzare uno degli elementi appena indicati, sarà necessario pagare il diritto o un compenso al proprietario.

Ma che cos’è nel dettaglio il diritto d’autore? Si tratta di un istituto giuridico il cui scopo è quello di dare protezione all’attività intellettuale ossia tutte quelle creazioni che ne provengono, andando a riconoscere l’autore tutti i diritti sia patrimoniali che morali.

Tramite la protezione del copyright, il creatore può utilizzare il proprio operato anche sotto un punto di vista commerciale, andando a ricavare dei profitti.

In poche parole è un diritto di proprietà intellettuale il quale dà la possibilità, all’autore, di verificare come vengono utilizzate le proprie opere e rivendicarne la paternità.

Differentemente da come accade per brevetti e marchi, per cui è necessario effettuare il deposito, la richiesta dei diritti d’autori si basa solo sul fatto di aver creato l’opera e quindi di poterne rivendicare la realizzazione.

Non è obbligatorio che si effettui il deposito presso un ente in cui si va a certificare la data anche se risulta essere di gran lunga consigliabile, così che si possa dimostrare di avere creato un qualcosa senza nessuna difficoltà.

Lo scopo del diritto d’autore è quello di proteggere l’atto creativo. In poche parole potrebbe essere uno strumento molto utile anche per incoraggiare quella che è la voglia e la creatività di produrre opere che possano diventare di valore.

Nel nostro Stato, l’ente che ha il compito di proteggere i diritti musicali è la SIAE, ossia la Società Italiana degli Autori e Editori.

Il suo compito è quello di proteggere i diritti patrimoniali, morali e quelli connessi.

Cosa sono i diritti patrimoniali

I diritti patrimoniali non sono altro che la possibilità di sfruttare economicamente la propria opera, una diritto che risulta essere proprio del creatore.

Copyright
Copyright- Oipamagazine.it

Per quanto riguarda la durata, questi sono validi fino a quando l’autore è in vita e per 70 anni successivi alla sua morte.

Il diritto potrebbe anche essere rivendicato da un parente, che sia un coniuge o un figlio.

Tutte le opere protette possono essere sfruttate solo dopo aver ottenuto il consenso dall’autore o dai suoi eredi.

Sull’argomento dei diritti patrimoniali, la legge si impegna a regolare diverse questioni, ossia:

  • soltanto l’autore può pubblicare un’opera per la prima volta sul mercato;
  • nel caso in cui si riproduce la creazione in pubblico, il creatore ha diritto ad ottenere un guadagno;
  • l’autore può percepire un compenso ogni qualvolta che l’opera viene acquistata anche tramite intermediari;
  • deve essere il creatore ad autorizzare la modifica dell’opera.

Cosa sono i diritti morali

Quando si parla di diritti morali, si fa riferimento a tutelare la personalità dell’autore insieme alla sua reputazione e alla sua immagine.

Si tratta di diritti inalienabili i quali possono persistere anche dopo che si cedono i diritti patrimoniali e che valgono per sempre anche dopo la morte dell’autore.

Infatti questi ultimi possono essere addirittura rivendicati dai familiari.

Stiamo parlando di diritti come:

  • paternità dell’opera in quanto l’autore deve essere sempre riconosciuto e indicato;
  • inedito, ossia quando solo l’artista può prendere la decisione nel momento in cui pubblica l’opera o decide che questa sia inedito per sempre;
  • pentimento, ossia quando l’autore sceglie di ritirare la creazione che ha messo nel commercio;
  • integrità dell’opera, ossia quando il creatore si oppone ad ogni deformazione che può danneggiare la sua reputazione.

Cosa sono i diritti connessi

I diritti connessi sono quei diritti riconosciuti dalla legge verso soggetti terzi che, in ogni caso, hanno un collegamento con l’autore.

E’ questo ciò che accade quindi a siti internet, canali televisivi, e metti radio, produttori, esecutori ed interpreti.

In poche parole, sono quei soggetti il cui compito è quello di offrire l’opera verso il pubblico.

Le norme di riferimento sui diritti d’autore

Nel nostro Stato, è il decreto legislativo 633 del 1941 a definire le norme sul diritto d’autore, conosciuta anche con il nome di “Legge sulla protezione del diritto d’autore”.

La legge del 1941 fu realizzata conformemente a ciò che prevedeva la convenzione di Berna per quanto riguarda la protezione di tutte le opere artistiche e letteraria del 1886.

Con il passare degli anni, più di una volta, le varie disposizioni sono state modificate così che si potessero adattare anche alla costituzione Italiana.

Molti altri riferimenti sul diritto d’autore sono presenti all’interno dell’articolo 2575 del Codice Civile in cui è possibile leggere che:

Formano oggetto del diritto di autore le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alle scienze, alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione

Nonostante le polemiche, nel 2017 fu approvata la nuova legge europea sul copyright in cui sono state imposte delle regole molto restrittive che interessano maggiormente i colossi del web.

Infatti, attraverso il decreto legislativo 35/12/2017 è stata rafforzata la tutela del diritto d’autore nel settore digitale, andando ad introdurre nuove norme per proteggere le opere in rete.

Uno dei più criticati e discussi è sicuramente l’articolo 11 secondo il quale è previsto l’obbligo, per i motori di ricerca e per i network, di pagare i diritti d’autore per tutti i condividi i contenuti condivisi all’interno delle piattaforme.

Si tratta di un obbligo inerente soltanto a tutti quegli usi a scopi di lucro.

Diritti d’autore alternativi

Anche se ogni autore può proteggere la sua opera, c è chi sceglie di non farlo.

Ci sono casi in cui un artista sceglie di muoversi verso questa direzione per fare in modo che un opera possa diffondersi ancora di più.

In questo caso entrano in gioco le seguenti licenze:

  • Copyleft
  • Creative Commons
Cosa sono i diritti d'autore
Cosa sono i diritti d’autore- Oipamagazine.it

Il Copyleft

Attraverso il Copyleft, un bene diventa libero e quindi è possibile che ognuno può usufruirne anche se ci sono delle condizioni da rispettare.

A livello giuridico, ogni utente può modificare, utilizzare e diffondere un’opera con vincoli minori a differenza del classico copyright.

Si tratta di un modello che si utilizza per la creazione di software dedicati a più sviluppatori così che si possa fare in modo che questo possa evolversi in maniera più completa.

Le Creative Commons

Le Creative Commons non sono altro delle licenze che fanno riferimento al concetto di “alcuni diritti riservati”.

Potrebbe capitare infatti che l’autore prende la decisione di proteggere soltanto dei precisi aspetti di un’opera, facendo in modo che altri elementi rimangano liberi.

In questo caso, le licenze sono formate da quattro attributi base i quali possono essere uniti tra loro per proteggere le creazioni in modo totalmente personalizzato.

Questo possono essere:

  • attribuzioni, ossia quando un’opera si usa per scopi di lucro ma si va a menzionare l’autore;
  • non opere derivate, ossia quando si può usare una reazione e non da modificarla;
  • non commerciale, quando si utilizza una creazione per scopi commerciali;
  • condivisa allo stesso modo, ossia quando l’opera deve essere condivisa utilizzando la medesima licenza originaria.
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