Cos’è il burnout e come riconoscere i principali sintomi

In genere, quando si parla di stress, si fa riferimento a situazioni di disagio, tensione oltre che ad affaticamento delle persone nel mondo lavorativo. Un insieme di cose che possono causare la sindrome di burnout.

Burnout
Burnout- Oipamagazine.it

Si tratta di un’accezione che potrebbe assumere il termine stress, una parola che potrebbe anche avere una sorta di significato benefico nel caso in cui viene affiancato ad un’attività intensa, stimolante e creativa.

Che cos’è il burnout

Prima di capire che cos’è il burnout, è importante fare una distinzione delle due tipologie di stress esistenti. Stiamo parlando di:

  • eurostress, il quale è caratterizzato da risposte biologiche rapide le quali spingono una persona ad ottenere un’ottima prestazione per quanto riguarda la concentrazione, il risolvere problemi e il rendimento cognitivo;
  • il distress, ossia lo stress negativo, formato da un accumulo di stimoli-stressori che spingono il nostro corpo di fronte a sforzi naturali ed esagerati, provocando sofferenza, ansia e tristezza.

Passiamo quindi al burnout. Nel momento in cui si fa riferimento all’essere andato in burnout, ossia essere scoppiato, ci si riferisce ad un momento in cui una persona non è più in grado a far fronte, costruttivamente, alle difficoltà che si presentano tutti i giorni sul lavoro.

Tre sono le dimensioni che caratterizzano il burnout:

  • esaurimento, ossia quando un soggetto sente di essere totalmente prosciugato e di non riuscire a riposare e nemmeno ad affrontare o pianificare nuovi progetti;
  • cinismo, ossia quando la persona sceglie di utilizzare un atteggiamento distaccato e freddo verso l’attività lavorativa oltre che verso i colleghi. Si tratta di un comportamento che può essere una sorta di difesa verso quella persona che cerca di proteggersi da tutte le delusioni che ha ricevuto, andando però a comprometterne l’equilibrio psicofisico;
  • inefficienza, ossia quando è presente un senso molto basso di autoefficacia in cui tutto sembra essere insignificante.

Il soggetto in questione inizia a trovarsi di fronte a pensieri di oppressione ed inadeguatezza, che lo rendono incapace di mettere in piedi dei nuovi progetti.

Burnout e stress da lavoro correlato

Che differenza c’è tra il burnout e lo stress da lavoro correlato? In base a ciò che abbiamo detto fino ad ora, lo stress è provocato da situazioni che risultano essere quasi come delle pressioni sull’individuo e che mettono a dura prova ogni sua capacità.

A molti di noi è capitato di trovarsi di fronte ad una richiesta sul posto di lavoro, un lavoro che non si è certi di saper affrontare.

Si tratta di un elemento che ha bisogno di numerosi sforzi necessari per trovare la giusta soluzione.

Inoltre, non sempre le risorse utilizzate riescono ad andare a buon fine. Si tratta di casi in cui lo stress può addirittura prolungarsi dando vita al distress.

Ma qual è il collegamento che tutto ciò ha con il burnout? Nel momento in cui lo stress si prolunga, con il passare del tempo si dà vita all’esaurimento di ogni risorsa personale. In questo modo, lo stress da lavoro sfocia nella sindrome di burnout.

Potrebbe essere quindi un disagio causato da una gestione inadeguata dello stress che si verifica sul posto di lavoro.

Il burnout e la compassion fatigue

È molto importante differenziare la sindrome di burnout con la compassion fatigue.

Si tratta di un’espressione che viene usata per indicare la condizione di coloro che si trovano di fronte a persone che hanno una grande condizione di sofferenza come uno stesso molto forte o situazioni drammatiche.

Sindrome di burnout
Sindrome di burnout- Oipamagazine.it

Tra le diverse componenti che formano la compassion fatigue, troviamo sia il burnout che lo stress post traumatico secondario il quale dà vita ad un’esposizione di un trauma attraverso la storia raccontata da un’altra persona.

La sindrome del burnout nella storia

Il burnout ha inizio intorno agli anni settanta negli Stati Uniti. Fu allora che questa parola venne utilizzata per la prima volta per andare a identificare una sindrome caratteristica soprattutto delle professioni di aiuto.

Lo psichiatra americano Maslach, nel 1975 usò questo parola per la prima volta per la definizione di sindrome da burnout, dove i sintomi andavano ad evidenziare una patologia comportamentale in ogni professione in cui era presente un’alta indicazione relazionale.

Attraverso il Maslach Burnout Inventory si andarono ad evidenziare tutti i simboli del burnout tramite un test in cui lo scopo è quello di indagare sull’intensità dello stress lavorativo.

Anche l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha riconosciuto la sindrome di burnout proprio come se fosse un “fattore che influenza lo stato di salute“. Nonostante ciò, il burnout non è stato nemmeno aggiunto nella lista dei disturbi psichici.

Le quattro fasi che si trovano nel burnout

Quattro sono le fasi che si manifestano gradualmente all’interno del burnout da lavoro. Ecco quali sono:

  • Entusiasmo, ossia quando il lavoro è carico di aspettative irrealistiche. In questo caso il primo campanello d’allarme si verifica quando la persona sembra avere una dipendenza da lavoro, arrivando addirittura a sacrificare ogni momento di tempo libero;
  • Stagnazione, ossia la fase successiva a quelle che sono le delusioni di aspettative. In questa fase, il lavoratore si rende conto che tutti gli sforzi che, nonostante la fatica fatta, non è riuscito ad ottenere i risultati sperati. Ed è allora che entra in gioco un atteggiamento rinunciatario e passivo;
  • Frustrazione: in questa fase il soggetto sente di essere inutile e di non riuscire a fare più nulla per svolgere il proprio lavoro. Iniziano a presentarsi sentimenti di rabbia sia verso i superiori che verso i colleghi;
  • Disimpegno: durante questa fase, ogni giornata lavorativa è caratterizzata da cinismo ed apatia. Il soggetto in questione si sente del tutto svuotato e non ha più voglia di fare nulla. Ogni cosa che prima era entusiasmante, con la quarta fase del burnout, non ha più significato.

I sintomi del burnout

I sintomi del burnout sono abbastanza riconoscibili. Parliamo di: sintomi somatici, sintomi psicologici e sintomi aspecifici.

Nel momento in cui si parla di sintomi psicologici, si fa riferimento a diminuzione della motivazione, irritabilità, sensi di colpa, disinteresse, pensieri di fallimento, paura nel cambiamento di un lavoro, diminuzione dell’autostima oltre che della fiducia in sé stessi. Inoltre, il burnout può dare vita anche ad attacchi d’ansia e depressione

Invece, tra i sintomi fisici troviamo cefalee ed emicranie, disturbi gastrointestinali, disturbi della pelle e ulcere. Oltre a questi, ci sono anche altri sintomi tra cui apatia, stanchezza, diminuzione del desiderio sessuale, disturbi dell’appetito e del sonno.

Le cause del burnout

Tra le varie cause che provocano la sindrome di burnout, ci sono problemi inerenti a:

  • fattori ambientali come potrebbe essere un’organizzazione sbagliata del lavoro;
  • problemi a relazionarsi con colleghi;
  • problemi individuali strettamente legati alle capacità di utilizzare le proprie risorse.

Sotto questo punto di vista, è possibile collegare anche il mobbing al burnout in quanto lo stress può dar vita ad una sensazione di scoraggiamento in cui si perde del tutto la motivazione oltre che alla voglia di raggiungere degli obiettivi.

Le categorie più a rischio di burnout

Alcune di categorie di lavoratori vengono colpite più di altri dalla sindrome di burnout.

Stiamo parlando soprattutto di quelle professioni di aiuto, ossia in professioni sanitarie come OSS, infermieri e medici oltre che operatori sanitari e caregiver.

Burnout sul lavoro
Burnout sul lavoro- Oipamagazine.it

Inoltre, tra le categorie maggiormente a rischio, troviamo anche gli insegnanti e i manager oltre che allo psicologo.

Come curarsi dalla sindrome da burnout

Il primo passo per andare alla ricerca di una cura per la sindrome di burnout è quella di riconoscere tale problematica.

Ecco quindi quali sono dei consigli che possono essere seguiti.

È molto importante che il soggetto in questione metta in piedi dei paletti tra vita lavorativa e personale.

Un qualcosa che può essere fatto nel momento in cui ci si inizia a ritagliare degli attimi di pausa dal lavoro i quali dovranno essere dedicati ad un hobby, all’esercizio fisico o all’incontrare più persone.

Tra le altre soluzioni valide per il burnout, troviamo il mindfulness utile per ridurre l’ansia oltre che a numerose altre tecniche di rilassamento.

Nel caso in cui questi consigli non siano sufficienti, non resta che chiedere aiuto ad un professionista.

Uno psicologo potrebbe anche utilizzare un percorso di psicoterapia che possa essere in grado di  avere una consapevolezza maggiore del problema e valorizzare ogni risorsa personale.

Inoltre è possibile anche affrontare il burnout avvalendosi di uno psicologo aziendale, il quale riesce ad effettuare una profondità analisi di ogni fattore che causa situazioni di disagio nei lavoratori.

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