Assegno unico, chi deve restituire tutti i soldi: entro quando li vogliono indietro

Un problema è sorto con l’assegno unico: alcune famiglie saranno costrette a restituire in tutto o in parte i soldi ricevuti.

Assegno unico
Assegno unico – Oipamagazine.it

L’assistenza economica denominata assegno unico e universale è concessa alle famiglie con figli a carico.

Questo aiuto inizia già dal settimo mese di gravidanza e si protrae fino a quando il bambino raggiunge l’età di 21 anni.

L’esatto ammontare di tale sostegno dipende sia dall’ISEE del nucleo familiare e sia dall’età dei figli a carico.

È considerato “unico” perché integra e supera un insieme di misure precedenti che avevano lo scopo di aiutare le famiglie, e “universale” perché rivolto a tutte le famiglie con figli a carico residenti in Italia.

Il Decreto Legislativo 21 dicembre 2021, n. 230 ha introdotto per la prima volta questo sostegno, che è partito il 1° gennaio 2022 e con i primi pagamenti arrivati nel marzo dello stesso anno.

Per le persone che hanno già presentato una domanda nel 2022, non è necessario ripresentarla nuovamente, poiché il processo di erogazione procederà come di consueto anche nel 2023.

È importante ricordare che la Legge di Bilancio 2023 comporterà alcuni adeguamenti delle aliquote contributive per alcune categorie di famiglie a partire dal 1° gennaio 2023.

Famiglie obbligate adesso a restituire i soldi

Detto questo, c’è un “però” da analizzare. Nonostante la misura erogata dall’INPS volta ad assistere tutte le famiglie abbia avuto inizialmente successo, sono emerse alcune problematiche che hanno portato a una nuova criticità.

Le imminenti difficoltà che alcune famiglie dovranno affrontare non devono essere imputate ad alcun evento doloso, bensì agli adeguamenti che l’Istituto di Previdenza ha dovuto apportare a seguito della recente Legge di Bilancio.

Assegno Unico INPS
Assegno Unico INPS-oipamagazine.it

In pratica, il pagamento di maggio è stato spostato a giugno a causa dei necessari ricalcoli. Tuttavia, questa non è l’unica modifica alla procedura abituale.

Infatti, a seguito di questi nuovi calcoli, ci saranno alcune famiglie che saranno tenute a restituire denaro già ricevuto, ed eventualmente anche utilizzato per sostenere i bisogni dei propri figli.

Assegno Unico: ecco coloro che dovranno restituire il denaro

Gli ultimi giorni di maggio sono stati segnati da qualche inconveniente per quanto riguarda l’Assegno Unico Universale.

Un numero significativo di famiglie deve ancora ottenere sia la notifica che il pagamento della somma pattuita. L’INPS ha emesso un comunicato ufficiale per chiarire le ragioni di tale evenienza.

L’ente previdenziale ha fornito un chiarimento sulle modifiche e sugli aggiornamenti in corso attraverso il messaggio numero 1947, inviato il 26 maggio 2023.

Gli utenti sono stati informati che le ultime modifiche erano ancora in corso e potevano dare esito positivo o negativo.

Ai cittadini è stato inoltre esteso l’invito a monitorare la propria casella di posta per eventuali e-mail o sms che contenessero ulteriori direttive.

Per accedere a ulteriori informazioni, basterebbe semplicemente entrare nel portale ufficiale con le proprie credenziali.

Ci sono stati casi in cui alcune famiglie o genitori con figli a carico hanno registrato un aumento giustificabile del loro reddito.

Purtroppo, per altri, è arrivato il momento di rimborsare i fondi. Ciò non è il risultato di alcuna richiesta fraudolenta da parte dei richiedenti, ma è invece dovuto a un’ambiguità delle leggi.

Di conseguenza, le famiglie monoparentali saranno tenute a restituire i fondi ricevuti a titolo di “maggiorazione” dall’INPS, nel caso in cui ne avessero fatto richiesta.

A partire da marzo fino a settembre del 2022, erano in vigore regole particolari. Durante questo periodo, i nuclei unifamiliari avevano la possibilità di richiedere un aumento se veniva stabilito che entrambi i genitori avevano un reddito.

Colpa di un cavillo

Un cavillo ha creato confusione tra i genitori single, in quanto sono legalmente distinti dagli altri genitori che hanno figli a carico e un altro genitore presente, anche dopo il divorzio o la separazione.

INPS
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L’INPS, dopo aver condotto un’accurata verifica, ha individuato le specifiche fasce di genitori soli che non avevano diritto alle prestazioni richieste e successivamente ha ricalcolato le erogazioni.

Di conseguenza, coloro che rientrano in questa categoria saranno tenuti a rimborsare i fondi aggiuntivi ricevuti, anche se l’importo è fortunatamente solo una piccola somma di poche decine di euro. I fondi pagati in eccesso verranno detratti dai prossimi esborsi.

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