Ecco quanto riceveranno di pensione i nati negli anni 80: l’importo dell’assegno

I nati negli anni 80 quanto riceveranno di pensione quando arriverà il loro turno? Andiamo a vedere gli importi e le date.

gente in fila all'INPS
gente in fila all’INPS – oipamagazine.it

Il futuro appare ancora più instabile per gli attuali quarantenni rispetto al loro stato attuale. Secondo le previsioni basate sui dati Inps, il futuro è davvero fosco.

Una generazione completa può trovarsi a vivere in una perpetua incertezza man mano che si avvicina alla vecchiaia.

La stabilità dell’occupazione e del reddito per le persone nate negli anni ’80 è un fattore cruciale che determina lo stato del loro contributo pensionistico.

Con contratti di lavoro instabili e salari più bassi, molte persone in questa fascia demografica affrontano situazioni finanziarie precarie.

Di conseguenza, i loro contributi pensionistici sono della massima importanza per la loro futura stabilità finanziaria.

I rilievi negativi della Corte dei conti vanno oltre il mero valore dell’assegno. Purtroppo, sembra che meno della metà delle persone oggi quarantenni avrà accesso a una pensione soddisfacente.

Ciò è in gran parte dovuto al fatto che lo stipendio medio è insufficiente, con statistiche che indicano che il reddito annuo tipico è di soli ventimila euro.

È un fatto incontestabile che con l’attuale stipendio non è pratico assicurarsi una pensione che garantisca un tenore di vita confortevole e rispettabile.

L’unica eccezione sembra essere il personale delle forze armate e della polizia, che dovrebbe ricevere adeguate prestazioni pensionistiche.

Di conseguenza, è già evidente che la pensione degli individui che hanno attualmente quarant’anni, cioè i nati negli anni ’80, sarà significativamente inferiore alle pensioni percepite dalle precedenti generazioni di lavoratori.

Pensioni a rischio per i nati negli anni 80

Per quelli abbastanza fortunati, le persone nate negli anni ’80 hanno potuto iniziare a versare contributi dopo il 1995.

Purtroppo, una percentuale considerevole di questo gruppo non è stata in grado di fornire contributi sostanziali, a causa della loro situazione finanziaria instabile.

Di conseguenza, solo un numero limitato di persone è attualmente ammissibile al sistema di calcolo puramente contributivo, a partire dal 2023.

Pensioni per i nati negli anni 80
Pensioni per i nati negli anni 80-oipamagazine.it

Il sistema attuale è intrinsecamente punitivo, in particolare rispetto al sistema salariale degli anni precedenti, sfruttato dalle generazioni precedenti.

Di conseguenza, le pensioni per i quarantenni oggi saranno meno consistenti a causa dell’ambiguità della metodologia utilizzata per il calcolo, aggravata dal fatto che è stata stabilita durante un periodo di turbolenze finanziarie in Italia.

C’è un’altra questione particolarmente controversa, e riguarda l’età in cui si lascia la forza lavoro. Gli individui nati negli anni ’80, in media, andranno in pensione quando avranno quasi settant’anni (in particolare, oltre i settantuno).

La Corte dei Conti ha riferito che chi ha attualmente quarant’anni potrebbe potenzialmente andare in pensione a sessantaquattro anni, ma solo se ha maturato almeno vent’anni di contributi.

Il calcolo della rendita deve essere minimo pari a 2,8 volte la somma dell’assegno sociale previsto per l’individuo.

Nel 2023 l’assegno sociale designato è di 1.410 euro. Tuttavia, coloro che versano solo nel sistema contributivo non saranno in grado di raggiungere questa soglia.

Nei tempi contemporanei, il lusso di avere una carriera consistente con uno stipendio sostanzioso è una rarità.

I dati INPS

Secondo la Corte dei Conti, che ha utilizzato i dati INPS, i nati negli anni ’80 percepiranno una pensione carente che non sarà sufficiente al loro sostentamento.

INPS
INPS-oipamagazine.it

Le stime Istat suggeriscono che i nati negli anni ’80 raggiungeranno i 67 anni tra il 2047 e il 2056, indicando che l’età pensionabile sarà stata innalzata di almeno due o tre anni:

  • nel 2047, 69 anni e 5 mesi di età pensionabile;
  • nel 2049, 69 anni e 7 mesi di età pensionabile;
  • nel 2051, 69 anni e 9 mesi di età pensionabile;
  • nel 2053, 69 anni e 11 mesi di età pensionabile;
  • nel 2055, 70 anni e 1 mese di età pensionabile.

Le modifiche proposte al sistema pensionistico di vecchiaia porterebbero a un rinvio dell’età pensionabile contributiva da 71 a 74 anni, e il prepensionamento richiederebbe quasi 45 anni di contributi invece degli attuali 42 anni.

Come affermato in precedenza, la situazione dei lavoratori nati tra il 1990 e il 1999 è particolarmente grave.

In questo scenario, l’età di 67 anni cadrà tra gli anni 2057 e 2066. Secondo le stime fornite dall’Istat, l’età pensionabile avrebbe dovuto essere aumentata fino a questo periodo di tempo come indicato di seguito:

  • nel 2057, 70 anni e 3 mesi di età pensionabile;
  • nel 2059, 70 anni e 5 mesi di età pensionabile;
  • nel 2061, 70 anni e 7 mesi di età pensionabile;
  • nel 2063, 70 anni e 9 mesi di età pensionabile;
  • nel 2065, 70 anni e 11 mesi di età pensionabile;
  • nel 2067, 71 anni e 1 mese di età pensionabile.

Supponendo che il requisito economico sia soddisfatto, un lavoratore nato nel 1990 dovrebbe attendere fino all’età di 70 anni, nell’anno 2060, per andare in pensione.

L’età sarebbe ancora più alta, quasi 75 anni, per chi cerca la pensione di vecchiaia contributiva.

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