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Energia elettrica prodotta dalle biomasse: vantaggi e svantaggi

Non raramente si sente parlare di energia elettrica prodotta da biomasse. Ma si tratta di una soluzione vantaggiosa o svantaggiosa? Andiamo ad analizzare questo argomento proprio nel testo che segue.

Energia elettrica prodotta dalle biomasse- Oipamagazine.it

Una delle energie rinnovabili e pulite è l’energia da biomasse che va a diminuire l’utilizzo di combustibili fossili.

Che cos’è l’energia da biomasse

Oggi come oggi, l’energia da biomasse è molto richiesta poiché altro non è che un tipo di energia realizzata da materiali organici vegetali tra cui alghe marine, piante, legno, rifiuti organici vegetali oltre che a scarti di lavorazione industriale provenienti sia dalle industria agroalimentare che da quelle dell’allevamento.

Tutti i materiali che formano le biomasse vengono poi bruciati in camere di combustioni presso una centrale apposita.

Il calore che si genera attraverso quest’operazione viene usato per produrre energia elettrica oppure in qualità di fonte di riscaldamento.

In particolar modo, le biomasse che vengono usate per la produzione di energia elettrica sono formate da materiali di scarto che vengono in seguito trasformate attraverso processi chimici, termici o biochimici.

Quando le biomasse bruciano, vanno a rilasciare del calore emettendo dell’anidrite carbonica la cui quantità è assimilabile a quella che emette un classico processo di fotosintesi.

Il calore che viene sprigionato dà la possibilità, al vapore acqueo, di venir fuori all’interno di un circuito termodinamico. Il vapore ha poi il compito di far funzionare ogni turbina, le quali riescono a produrre energia elettrica.

Ma andiamo più nel dettaglio. Che cosa sono le biomasse? Le biomasse sono quindi delle fonti rinnovabili che hanno origine nel 1931. Era quello l’anno in cui Lev Aleksandrovich Zenkevich un oceanografo russo parlò per la prima volta di questo argomento.

Oggi, il 15% del fabbisogno energetico del mondo, riesce ad essere soddisfatto proprio dalle centrali a biomassa.

Inoltre, le prospettive future dello sviluppo di tali tecnologie, risultano essere decisamente molto positive in quanto proporranno dei nuovi posti di lavoro oltre che la produzione di energia capace di rispettare l’ambiente.

Il funzionamento di una centrale a biomassa

Proprio come accade anche per le altre fonti, per produrre l’energia da biomasse sono necessari dei luoghi adatti ossia le centrali a biomasse. All’interno di tali strutture, si va a realizzare elettricità, partendo da una fonte rinnovabile.

Centrale a biomassa- Oipamagazine.it

In una centrale biomassa, ogni materiale che può essere utilizzato in qualità di combustibile, viene raccolto e trattato poi con tutti quei macchinari il cui compito è quello di diminuirne le dimensioni.

Il risultato di questo procedimento prende il nome di cippato, ossia un’unione di piccole scaglie che si ottengono dal materiale originario.

Dopo la prima lavorazione, il materiale viene spostato in una camera di combustione in cui il calore fa in modo che l’acqua presente nel circuito termodinamico, riesca ad evaporare.

Il vapore acqueo riesce poi a far produrre dei movimenti rotatori alla turbina, la quale attiva un generatore capace di produrre elettricità.

Infine, il vapore acqueo che proviene dalla turbina, cambia, trasformandosi in liquido per essere poi inviato di nuovo nel serbatoio di deposito.

I vantaggi e gli svantaggi delle biomasse

Le biomasse possiedono sia dei vantaggi che degli svantaggi i quali devono essere presi in considerazione nel momento in cui si desidera utilizzare questa forma di energia. Vediamoli insieme.

I vantaggi

Tra i vari aspetti positivi delle biomasse troviamo certamente l’ecosostenibilità. Visto che si parla di risorse rinnovabili, usare questo tipo di energia porta molti benefici all’ambiente.

Infatti, attraverso la produzione di energia elettrica da biomasse, si ha la possibilità di riutilizzare dei prodotti che vengono scartati, andando ad eliminare il problema legato allo stoccaggio.

In questo modo, si riesce a diminuire anche il riscaldamento globale, evitando l’aumento dei gas serra.

Anche se le centrali a biomasse utilizzano la combustione, un altro punto da tenere in considerazione è che la biomassa risulta essere molto disponibile in natura.

Quando si parla di rifiuti organici infatti si fa riferimento a foglie morte, alberi o erba oltre che a carcasse di animali ed escrementi. Ogni prodotto che, invece di finire in discarica, viene utilizzato per la produzione di energia elettrica.

Infatti ognuno di noi, ogni giorno, va a creare delle quantità molto grandi di rifiuti solidi che si classificano come rifiuti riciclabili, rifiuti biodegradabili o rifiuti tossici pericolosi.

Ma fino a quando continuerà ad esistere la materia organica che proviene da animali e piante, l’energia da biomassa non avrà fine.

Gli svantaggi

Dopo aver analizzato i vantaggi, analizziamo l’altro volto della medaglia, ossia gli svantaggi.

È molto importante infatti tenere a mente il costo legato al trattamento a cui si sottopongono le biomasse, prima che la combustione si trasformi in energia.

Nel momento in cui si può fare il confronto con la produzione di energia elettrica da biomasse insieme a quella che deriva dai combustibili fossili, ciò che si scopre è che il costo della biomassa risulta essere molto più alta.

Inoltre, lo sfruttamento delle biomasse potrebbe celare anche il pericolo della deforestazione. Infatti risulta essere indispensabile gestire delle risorse forestali così che si riesca a produrre una biomassa legnosa che non causi l’alterazione irrimediabile di tutti gli equilibri di varie ecosistemi.

Infatti, com’è semplice già immaginare, per riuscire a produrre una grande quantità di energia, si dovrà bruciare una grande quantità di materiale.

Quanto costa l’energia elettrica delle biomasse

Tutti gli impianti che utilizzano le biomasse, di sicuro causano un notevole risparmio nella bolletta anche se l’installazione ha dei costi abbastanza elevati.

Biomassa che brucia- Oipamagazine.it

Inoltre, è molto importante anche tener conto delle caratteristiche della casa soprattutto nel caso in cui ci si trovi in un’ottica di efficienza termica che risulta essere passiva.

Nel caso in cui un immobile va disperdere eccessivamente calore, tutto ciò si traduce in un problema di base che non può essere sicuramente risolto con l’installazione di un impianto a biomassa.

In genere, i costi dell’energia elettrica biomasse dipendono dal tipo di impianti e dalla quantità di utenze da servire.

Tre sono gli impianti che si possono realizzare ossia:

  • impianti a biomassa che generano calore, ossia quando la biomassa è necessaria per la produzione di calore per termo camini e stufe;
  • impianti a biomassa per termoconvettori, ossia quando la biomassa viene sfruttata per il riscaldamento di un fluido che va a ottimizzare la generazione di calore;
  • impianti a biomassa insieme ad un sistema radiante, ossia il pavimento radiante.

I prezzi di tali impianti risultano essere molto alti anche se chiunque ha la possibilità di ottenere delle agevolazioni fiscali utili per detrarre parte delle spese che sono state portate a termine.

Si tratta di agevolazioni dedicate a coloro che scelgono di riqualificare gli immobili a livello energetico.

A chi bisogna rivolgersi per l’installazione di impianti a biomasse

Prima di procedere all’istallazione, è necessario che l’impianto a biomasse debba essere acquistato.

Se si pensa a stufe a legna o a pellet, si fa riferimento a prodotti che possono essere comprati autonomamente mentre per la caldaia a biomasse, la situazione è un pochino più complessa.

E’ importante quindi chiedere aiuto a dei rivenditori specializzati oppure ai produttori. L’installazione viene fatta da imprese che si concentrano sugli impianti specializzati in energia rinnovabili.

Per farci più o meno un’idea delle cifre di istallazione, una caldaia a biomassa un costo che si aggira intorno ai €12.000 mentre, una caldaia alimentata, costerà di meno al punto che si potranno risparmiare fino a €5000.

Quindi, ogni caldaia a biomassa può avere un costo che parte da un minimo di 14.000 fino ad un massimo di 19.000 euro, prezzo applicato per una caldaia a pellet.

Si tratta di un costo che comprende l’installazione di una canna fumaria oltre che ad un deposito di carburante e all’iva.

Prima di muoversi, è importante andare a richiedere dei preventivi così da valutare quello che più si addica alle proprie esigenze.