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Imprese

Chi sono e cosa fanno i Business Angel

In Italia si sta diffondendo sempre di più la figura dei Business Angel. Un termine che per molti potrebbe sembrare sconosciuto. Ed è proprio per loro che è stata creata una breve guida in cui vi andremo a spiegare in cosa consistono i Business Angel.

Business Angel- Oipamagazine.it

È ovvio capire che quando si parla di Business Angel si fa riferimento ad un qualcosa che rientra nel mondo dell’economia, in particolar modo in quello degli investitori e delle startup. Scopriamo insieme tutto ciò che c’è da sapere su questo argomento.

Business Angel: chi sono

Durante gli ultimi anni è andata via via crescendo la consapevolezza di quanto sia fondamentale investire in realtà tecnologiche molto evolute.

Delle scelte fatte per spingere l’economia italiana verso una crescita costante. Infatti, si tratta di una scelta fatta da più di 10.000 startup innovative che fino ad oggi hanno effettuato l’iscrizione alla sezione speciale del Registro delle Imprese.

In Italia le startup, proprio come accade anche nelle altre zone del pianeta, possono contare sull’aiuto di “angeli custodi” i quali, credono fortemente nel progetto proposto al punto da prendere la decisione di investire in questa attività.

Sono questi dei benefattori che prendono il nome di Business Angel, ossia coloro che quanto decidono di prendersi carico di tutti i rischi legati alla nascita di una nuova start up.

Quindi, i Business Angel altro non sono che degli investitori informali diversi dai classici investitori, come gli istituti di credito e le banche, delle strutture che spesso investono soltanto in fondi private equity o di venture capital.

Nella maggior parte dei casi, sono dei professionisti oppure dei manager in pensione che hanno già delle esperienze nel settore e che quindi hanno la voglia di investire nelle startup, offrendo loro anche tutte le conoscenze che hanno accumulato nel corso degli anni.

I Business Angel spesso mettono a disposizione un patrimonio che parte da un minimo di 25.000 fino ad un massimo di 500.000 Euro.

Tra l’imprenditore e l’investitore si va a creare un vero e proprio rapporto di fiducia in quanto il Business Angel non ha necessità di chissà quali forme di garanzia, caratteristica che lo porta ad avere il nome di investitore informale.

Questo tipo di relazione porta numerosi vantaggi sia dall’una che dall’altra parte. Infatti, da un lato l’azienda ottiene una guida di un esperto che non dovrà pagare , mentre dall’altra l’investitore continuerà ad assicurarsi di aver messo i suoi soldi in un progetto abbastanza buono.

Alcuni dati sui Business Angel in Italia

In qualsiasi Paese è presente un Business Angel network, ossia una rete di investitori situati in un preciso contesto geografico.

Il gruppo italiano prende il nome di IBAN, ossia Italian Business Angel Network. Si tratta di un’associazione di investitori che non ha nessun scopo di lucro ma che si impegna nel mettere in contatto l’IBAN associato con alcuni progetti imprenditoriali.

Startup- Oipamagazine.it

I progetti verranno poi valutati al di fuori dell’associazione. In base ad un’indagine portata avanti dall’IBAN, nel 2020 c’è stato un aumento del 41,5% degli investimenti dei Business Angel a differenza del 2019.

Le agevolazioni fiscali del 2023 per il business Angel

Ogni Business Angel che prende la decisione di investire in start up innovative può utilizzare un beneficio fiscale del 30% per il 2023.

Nel caso in cui l’investitore risulta essere una persona fisica, il beneficio è equivalente ad una detrazione IRPEF del 30% lordi della cifra che si è deciso di investire fino ad un massimo di un milione di euro nell’arco di un anno.

Nel caso in cui invece l’investitore risulta essere una società, si potrà utilizzare una detrazione dal reddito IRES del 30% per una cifra che non va oltre 1.800.000 euro.

Inoltre, l’agevolazione non può essere utilizzata da tutti i soggetti IRES in quanto vengono esclusi coloro che:

  • risultano essere start up innovative;
  • appartengono all’OICR, ossia gli Organismi di Investimento Collettivo di Risparmio oppure alle società di capitali le quali, nella maggior parte dei casi, investono in start up innovative;
  • appartengono alla categoria di incubatori certificati.

Per evitare che si vada a perdere il regime privilegiato, l’ investimento deve essere mantenuto almeno per tre anni.

Startup innovative- Oipamagazine.it

Ogni incentivo può essere utilizzato sia se si tratti di investimenti diretti che di investimenti in diretti.

L’agevolazione viene data soltanto nel caso in cui vengono rispettati alcuni requisiti tra cui:

  • investimenti non vadano oltre i 15 milioni di euro;
  • il piano aziendale deve aver previsto altri investimenti;
  • la startup innovativa non deve avere nessun collegamento con un’altra impresa.