Età pensionabile, cambia tutto: chi potrebbe smettere prima di andare a lavorare

Il tema dell’età pensionabile in Italia è sempre sulla bocca di tutti, politici compresi. Ci sono delle novità in merito: andiamo a vedere quali.

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La questione della determinazione dell’età pensionabile adeguata in Italia è da molti anni un argomento fortemente dibattuto tra i cittadini e il Governo.

Purtroppo, la popolazione anziana e la diminuzione della forza lavoro sono fattori indiscutibili che hanno un impatto significativo su questa questione.

Come mezzo per affrontare questi problemi, il Paese ha implementato più di una modifica al sistema pensionistico.

L’obiettivo è di garantire la continuità della fattibilità del sistema, anche se è opinione diffusa che manchi la volontà politica di raggiungere questo obiettivo.

Contrariamente a quanto si crede, c’è una crescente richiesta da parte dei cittadini di abbassare l’età pensionabile.

Sfortunatamente, la risposta del governo a questa richiesta è stata quella di estendere il periodo di tempo per l’età pensionabile invece di ridurlo.

È risaputo che in Italia l’attuale età pensionabile è di 66 anni e 7 mesi. Tuttavia, questo stato di cose non rimarrà lo stesso a lungo.

Le stime più recenti suggeriscono che l’età pensionabile nel nostro paese aumenterà a 67 anni nel 2024.

Questa modifica fa parte di una serie completa di misure volte a mantenere la stabilità del programma pensionistico in quanto deve affrontare ostacoli demografici.

Le ultime novità sull’età pensionabile

Da quello che abbiamo detto all’inizio si può immaginare lo sguardo cupo e pessimista di molti sul tema delle pensioni.

La proposta di un potenziale aumento dell’età pensionabile ha raccolto una vasta gamma di risposte. Mentre le sfide gestionali dell’INPS sono riconosciute dal pubblico, esistono professioni che non possono essere esercitate fino agli anni più avanzati.

Età pensionabile
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La ragione della necessità di questo cambiamento è dovuta al fatto che i compiti coinvolti sono sia ardui che faticosi, richiedendo una notevole quantità di attenzione e concentrazione.

Queste qualità tendono a diminuire nel tempo, rendendole sempre più difficili da gestire. Tuttavia, i sostenitori della modifica continuano a dire che è fondamentale garantire la redditività a lungo termine del sistema pensionistico.

La loro tesi è che le persone oggi stanno vivendo vite più lunghe e più attive che mai. Di conseguenza, ritengono che l’innalzamento dell’età pensionabile fornirà una spinta economica mantenendo più persone occupate per un periodo di tempo più lungo.

L’impatto sui redditi più bassi sarebbe deleterio

Dal lato opposto, coloro che non sono d’accordo con il cambiamento suggeriscono che l’innalzamento dell’età pensionabile avrà un impatto maggiore sulle persone con redditi più bassi.

La maggior parte di queste occupazioni è di natura manuale e artigianale. Le persone che lavorano in questi campi tendono ad avere lavori fisicamente faticosi e potrebbero non essere nelle condizioni di continuare a lavorare fino all’età di 67 anni.

Giorgia Meloni
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I sostenitori, inoltre, affermano che l’Italia ha già una delle età pensionabili più alte in Europa e che qualsiasi ulteriore aumento servirà solo a peggiorare le disparità esistenti all’interno del sistema pensionistico.

È una questione che si trascina ormai da anni. Diversi governi si sono succeduti in questo periodo, ma lo stallo regna sovrano.

Il problema dei cittadini e la loro futura pensione non è soltanto limitata all’età pensionabile. Ci sono diverse cose che andrebbero sistemate nel sistema pensionistico, chissà se l’attuale governo ci riuscirà.

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