Debiti PA e imprese: nel 2017 i pagamenti in ritardo ammontano a 31 miliardi, con il 62% di enti che pagano dopo la scadenza.
Presentata al Forum PA a Roma la nuova analisi nazionale dei pagamenti della Pubblica Amministrazione elaborata dall’ufficio studi di Banca IFIS. Nonostante il leggero miglioramento rispetto al 2016, i pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione verso le aziende fornitrici continuano a segnare un ritardo importante.
Secondo i dati elaborati dall’ufficio studi di Banca IFIS nel 2017 l’ammontare complessivo stimato dei debiti commerciali è di circa 31 miliardi di euro (-6% rispetto al 2016), con il 62% degli enti pubblici che paga in ritardo. In questo contesto, essere fornitore della PA vuol dire, in molti casi, incassare i propri crediti con 30 giorni di ritardo rispetto alla media del settore di appartenenza: da qui si innesta poi quella crisi di liquidità che lascia senza ossigeno le piccole imprese.
L’analisi “Market Watch PA” ha inoltre evidenziato quanto segue:
• 29-57: sono i giorni medi di ritardo accumulati dagli enti pubblici nel 2017;
• 543 e 310 giorni: sono i picchi nei giorni di ritardo registrati nel 2017 da Province e Comuni (enti in “maglia nera” per ritardo nei pagamenti);
• 500: le imprese in media che ogni mese fanno domanda di certificazione dei crediti commerciali verso la PA nella Piattaforma Crediti Certificati del MEF;
• oltre 32mila: le imprese che dal 2012 hanno fatto domanda di certificazione, corrispondente a 161mila domande per un controvalore di 16 miliardi di euro;
• 1 milione: il numero dei fornitori della PA che nel 2017 ha emesso almeno una fattura elettronica nei confronti degli enti pubblici;
• 3,4 milioni: il numero di imprese che nel 2019 utilizzeranno la fatturazione elettronica (obbligatoria dal 1° gennaio 2019 per tutte le transazioni B2B).
Fonte: Banca IFIS
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