Gli occhi delle imprese sul nuovo governo. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, vuole aspettare qualche mese, per verificare se Matteo Renzi manterrà le promesse.
“Nei discorsi in Senato e alla Camera ha sicuramente captato i problemi su cui intervenire”, ha detto il numero uno degli imprenditori parlando durante la presentazione del rapporto Accredia-Censis su qualità, crescita e innovazione. “Se veramente mette mano al pagamento integrale dei debiti della PA, e parliamo di più di 70 miliardi, ad un taglio del cuneo di 10 miliardi, se farà le riforme istituzionali, come il Titolo V della Costituzione, se converte in legge la delega fiscale allora potremo dare slancio alla ripresa. Altrimenti saremo condannati a strisciare sul fondo. In Europa – ha aggiunto Squinzi – sarebbe importante avere più flessibilità sul vincolo del 3%
sul deficit, chiedendo una deroga per gli investimenti produttivi in ricerca, sviluppo e tutto ciò che crea occupazione”.
Intanto l’Istat segnala che la fiducia delle imprese a febbraio segna un altro rialzo, il quarto consecutivo. L’indice si porta a 87,9, il valore più alto da ottobre 2011, ovvero da oltre due anni. Si torna così a livelli che non si registravano dall’entrata dell’Italia nell’ultima recessione. Il miglioramento stavolta è diffuso su tutti i settori.
Le imprese dunque strizzano l’occhio al nuovo esecutivo. Per Marco Venturi, presidente di Rete Imprese Italia, associazione che riunisce Casartigiani, Confcommercio, Cna, Confesercenti e Confartigianato: “La partenza è promettente, soprattutto perché indica interventi e scadenze rapide; ma conteranno i fatti concreti, come abbiamo sostenuto nella recente manifestazione dei 60 mila a Roma”.
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